Edificata tra la fine del sec. XII e
l'inizio del sec. XIII, appartenne dal 1182 all'ordine dei Cavalieri di
Malta. La facciata, con il prospetto a capanna, in cui si evidenzia la
suddivisione interna in tre navate, con l'oggetto del corpo centrale più
alto rispetto ai laterali, è di chiara ispirazione romanica, con
evidenti elementi gotici sia nell'eleborato rosone che nel coronamento
con archi ogivali del portale centrale e dei due ingressi laterali. Sia
sul lato sinistro che sul destro si aprono tre finestre a feritoia che
sul alto sinistro sono a sguincio, per convogliare forzamente la luce
all'interno. Anche il corpo absidale presenta caratteristiche
interessanti, con i sei speroni cuspidati con funzione sia di
contrafforti che di spinta verso l'alto, di chiara matrice gotica, tra i
quali si aprono sette monofore arcuate a tutto sesto. L'interno si
presenta suddiviso in tre navate di uguale dimensione, ognuna composta
di tre campate. Le navate laterali terminano con due cappelle a pianta
poligonale, mentre nella centrale, alle spalle del presbiterio, è
collocato il coro. Da notare gli affreschi nella navata destra, in
particolare in una lunetta della seconda campata una Pietà recentemente
attribuita a Pier Matteo D'Amelia(1448-1508) e scuola.
In prossimtà della Chiesa esisteva un piccolo ospedale per l'assistenza ai pellegrini infermi, per la gestione del quale la chiesa utilizzava delle rendite in suo possesso, mentre dietro la parte absidale era ubicato un cimitero ed a destra della facciata una commenda. La chiesa svolge ora funzione di parrocchia, assieme alla chiesa di S. Leonardo, per i rioni di S. Giovanni e S. Leonardo.
In prossimtà della Chiesa esisteva un piccolo ospedale per l'assistenza ai pellegrini infermi, per la gestione del quale la chiesa utilizzava delle rendite in suo possesso, mentre dietro la parte absidale era ubicato un cimitero ed a destra della facciata una commenda. La chiesa svolge ora funzione di parrocchia, assieme alla chiesa di S. Leonardo, per i rioni di S. Giovanni e S. Leonardo.